Angeli e merda di elefante

Uno arriva qua e si aspetta che gli torni in mente quello che ha pensato per tutto il pomeriggio.

Invece no. La consueta sindrome da schermata bianca mi costringe ad improvvisare ancora una volta, a lasciarmi andare senza traccia come un cazzo di trapezista che manca l'appuntamento con le mani del partner e si trova sospeso a dieci metri da terra, in quella situazione idiota in cui vorresti poter riavvolgere il nastro e rifare gli ultimi tre secondi un'altra volta, solo una, e invece no, te ne stai li con la faccia da cretino e la sola cosa che ti viene in mente è che ti stanno uscendo le chiappe e che devi deciderti a buttare quelle mutande che hanno tutto l'orlo consumato e l'elastico che non tiene più che altrimenti va a finire che magari un giorno sei in pubblico e hai le mani impegnate e ti cascano le mutande e qualcuno se ne accorge, ma invece no perchè ormai è tardi e sei sospeso in aria come una farfalla e ti piacerebbe essere come una farfalla almeno riusciresti a planare invece sei un incudine come quelle dei cartoni di WillyCoyote e quella leggerezza che sentivi prima, fino a cinque secondi prima, ti ha mollato e adesso ti penti di aver pensato cazzate tipo -sono il più figo trapezista del mondo nessuno sa volare come faccio io- e riescii solo a sentirti pesante e ripensare che hai il culo di fuori.

Poi in verità se sei fortunato ed è uno di quei giorni un po' speciali capita che ti inventi libero e sogni di avere ali al posto delle braccia e vedi la gente sotto di te che sorride e tira un sospiro di sollievo e allora non ti importa più se le mutande sono da buttare o se hai mancato la presa perchè sai che tu puoi davvero volare sulle teste degli altri ed essere aria e sentire aria sul viso e sferzate di freddo come un falco che volteggia attorno alla fottuta cima del monte più appuntito del mondo dove solo tu e il sole vi sentite a casa e allora se è uno di quei giorni ti fermi a respirare un secondo e nel momento assoluto, a metà tra l'inspirazione e l'espirazione, nella pausa di tutti i muscoli e di tutte le lampadine del cervello solo per un istante perfetto e lucente ti senti Felice.

Poi apri gli occhi e vedi la segatura, la merda di elefante, le facce dei colleghi, l'ambulanza.
E senti il dolore.

Però lo sai, nascosta da qualche parte, c'è la certezza di essere il trapezista più figo di tutti, l'unico che sa cadere nel vuoto come un angelo, anche se da fuori non si vede.

Your New Best Friend

Ho fatto due conti.
Ho trent'anni (ok arrotondando...) e conto di vivere fino almeno ai 100.Quindi altri 70.
Che fanno 70x12 840 mesi. 70x14 contando tredicesima e quattordicesima sono 980 mensilità.

Se attualmente vivo con meno di 700 euro al mese.
Se voglio fare il Figo.
Se mi compro chitarre a pioggia, diciamo una all'anno.

Con tremila netti al mese per quattordici mesi me la cavo.Di lusso.
3000x980 fa 2.940.000.
Due, facciamo i conti comodi, sboronissimi, tre milioni di euro.
Con tre milioni di euro vivo fino a cent'anni come un pascià.





Gentili signori ricchi,

sono uno squattrinato giovane di bella presenza, godo di buona salute e non ho vizi particolarmente gravi.
Non ho debiti colossali alle spalle, non ho problemi regressi con la giustizia.
Non c'è un solo malavitoso nel paese che abbia interesse a nuocermi.


offro

-cultura parauniversitaria
-simpatia frizzante
-eloquio arguto o all'occorrenza sottomesso
-profonda conoscenza dell'animo umano nelle sue forme meno raccomandabili con conseguente
-sviluppata capacità di interpretazione del mondo e degli eventi ad esso correlati
-fervida fantasia e creatività non arginabile
-indipendenza e razionale distacco da religioni e ideologie
-patente di guida cat.B

caratteristiche che, ne sono certo, non mancheranno di suscitare il vostro interesse quando, nel momento del bisogno che ad ognuno tocca in sorte, cercherete attorno a voi un originale e magnifico
AMICO PER RICCHI

chiedo

adeguato trattamento economico, quantificabile in euro 3.000.000 a fronte di anni 70 di servizio

Cordialmente


Chernablog

I Nervi

Io mi domando, ma come stracazzo devo fare?
Ma se ogni volta che devo fare una cosa, voglio fare una cosa, ho bisogno di fare quella strafottutissima cosa e magari è pure la volta buona che riesco a fare
UNA-SOLA-MALEDETTA-COSA-FATTA-BENE
succede esattamente la piccolissima, insignificante cagata in grado di rovinare tutto.

E' la prima volta in sei mesi che sono in orario ed è importante esserlo?
TRAK L'autobus è in ritardo di trentuno minuti

Sono vestito a festa dopo diciottomila anni per un cazzo di importantissimo Anniversario-compleanno-matrimonio-funerale?
TRAK Inizia il diluvio, in piena estate, dopo sei settimane di siccità.E ovviamente smette dopo cinque minuti.

Sono seduto al computer, pronto a scrivere un romanzo che Joice mi fa 'na pippa?
TRAK Devo stendere la biancheria, si ottura il lavandino, devo portare la spazzatura, salta la corrente, suonano i testimoni di Geova, suona Bartolini per consegnare na roba ai miei vicini, si blocca il pc causa mostruoso virus, devo lavare i piatti (e appena ho finito è già ora di cena e devo sporcarli di nuovo), mi telefona un coglione che ha sbagliato numero.Quattro volte. Mi chiama mio padre.

Sto per mettermi a suonare un po' la chitarra per comporre Stairway to Heaven dopo mesi che non ho un minuto libero?
TRAK Si rompe una corda, mi spando del superattak sulle dita per sbaglio credendo fosse crema per le mani, si rompe il cavo, finisce la batteria del Big Muff.

Sto per iniziare un nuovo lavoro, mi sono appena licenziato dal vecchio e sono felicissimo?
TRAK Il nuovo lavoro va a puttane e mi tocca inventare qualcosa per sostituire il vecchio.

Invento qualcosa per sostituire il vecchio lavoro a partire da sabato così finalmente Venerdì potrò fare un po' di quelle cose che non faccio mai causa incidenti di percorso?
TRAAAAAAAAAAK Mi chiamano per andare a lavorare Venerdì!!!

VAFFANCULO
NO
Non ci vengo.

E adesso per dimostrare che sono più forte degli eventi, che il mondo può remare contro finchè vuole ma io sono più tosto

vado a stendere i panni, lavo i piatti e mi preparo la cena.

Blogs, Branduardi e il karma

Girando un po' a cazzo in rete si incontrano individui bizzarri e realtà sconcertanti.
Per oggi mi accontento di leggere uno dei miei blog preferiti, quelli che in teoria dovrebbero apparire li sotto, e mi trovo nel mondo fatato di una casalinga un po' disperata ma spassosissima che poi tanto casalinga non è dato che lavora pure.

(Voglio dire, il mio concetto arcaico di casalinga implica che una sia soltantocasalinga)

Questa fantastica signora mi fa un sacco ridere, è molto brava nel creare in poche righe un ambiente piacevole, un mondo in cui vuoi rimanere, o che almeno ti vien voglia di conoscere.
E in tre anni ha raggiunto quota 2.400.000 visite.
E non l'ha mica fatto apposta. Cioè, non credo che siano nate tutte dal passaparola, però non è il blog di Totti, che uno ci va per caso.

Fra parentesi

Dal blog di Totti:
25/5
-Oggi calcio, figa.
26/5
-Oggi imparato parola nuova. Oggi calcio E figa

chiusa parentesi

Insomma Elastigirl oggi è un po' il mio idolo, perchè con tutte quelle visite non ha messo neanche un po' di pubblicità. Cosa che per capirci è il mio scopo ultimo ed il motivo del mio scrivere: fare soldi a sufficenza per permettermi di grattarmi il cazzo tutto il giorno. (Per questo dovrei iniziare a seguire dei corsi di scrittura creativa, di quelli con docenti De Carlo e Moccia.)
Quindi, rifletto, anch'io sono come tanti altri, predico bene e razzolo male. La differenza è che io razzolerei volentieri ma poi non ci riesco.
Al lavoro la settimana scorsa ho trovato venti euro abbandonati. Non c'era nessuno in giro, non si vedevano clienti. Ho preso i soldi, li ho portati alla cassa e ho detto al capo di tenerli da parte che uno che scorda venti euro poi torna a prenderli.
Lui mi ha guardato fugace e dal fondo della sua Trevigianità ha detto semplicemente, senza alzare gli occhi dalla cassa -ok.

Il suo sguardo in un millesimo di secondo mi ha fatto capire cosa serebbe sucesso, quello sguardo mi ha fatto sentire come una Panda a Indianapolis.
Me ne sono andato senza girarmi, sapendo che se mi fossi voltato l'avrei visto infilare i venti euro nella tasca dei pantaloni e poi battere un colpetto con la mano sopra la chiappa, come per accertarsi di averli messi al sicuro.
Non ha indugiato. Non ha avuto dubbi, meccanico.

Però non ha avuto il coraggio di fissarmi, inconsciamente ha deciso di darmi solo un'occhiata veloce, si stava in fondo in fondo vergognando.
A questo mi aggrappo, per credere ancora che esista il karma e che un giorno la ruota girerà anche dalla mia parte.
Credo, mi sforzo di credere, che un biondino fichetto del genere, (che a casa sua, ci scommetto le palle, ha votato Gentilini anche se qui se ne vergogna) trovi un giorno la strada sbarrata da una gang di pusher marocchini che vengono attaccati alle spalle da una squadra di indiani inferociti e che nel mezzo della rissa qualcuno che si accoga della lancia ipsiliìon con adesivo leghista del mio stronzissimo capo e scateni l'inferno mostrando al nordico italico idiota che dieci finocchi extracomunitari sono in grado di disintegrare il culo di uno stronzo trevigiano in un tempo minore di quello che serve a bere un caffè.

Detto questo mi risulta alquanto difficile tornare all'idea che avevo all'inizio, cioè di scrivere un post sui miei blog preferiti e condirlo di considerazioni su quanto mi faccia sentire a casa ascoltare Branduardi.

L'amico col Tic

Devo precisare, perchè mi prude assai, che il ragionamento sui nuoresi non è tutta farina del mio sacco.
La battuta originale è del mio amico col Tic, il quale si rese protagonista di un pomeriggio di cazzate sfornando chicche a ripetizione, in quel di Venezia, nel soggiorno di un appartamentino pieno di friulane ma praticamente occupato dalla squadra Rusco (cioè io e gli animali che con me vivevano all'epoca: Il Rasta, lo Psicopatico, il Facciale, il Silente e miss V.)
L'amico col Tic era una nuova conoscenza per noi e ci conquistò proclamando d'un fiato:

- Il Friuli è la Scozia d'Italia.

Adesso si capisce come, essendo il livello culturale di questa affermazione moltissimo più alto rispeto alla mia battutina sui nuoresi, io mi sia sentito in dovere di precisare.

Vado a lavorare che è meglio.

Ps: anche il nome di amico col Tic è un'invenzione letteraria rubata ad un'amica... ma non si può mica stare sempre a precisare...
Ps 2: Lucia ha vinto il concorso ed ecco il premio. Lucia.

Pensierini sul lavoro

Ecco a grande richiesta (mia) una selezione random delle cose che mi passano per la testa durante il lavoro:

  1. Ho il mal di testa.
  2. Il lavoro debilita l'uomo.
  3. Se, come sembra, i Nuoresi bevono come tombini forse non è sbagliato pensare che la provincia di Nuoro sia il triveneto della Sardegna. Forse fanno anche la PolentaOnta.
  4. Il lavoro debilita moltissimo l'uomo.
  5. I ricchi non servono a niente.
  6. I ricchi non dovrebbero fare figli.
  7. I figli dei ricchi sembrano fatti apposta per attirare su di se le maledizioni degli altri.
  8. Sarebbe bello organizzare delle fiere in cui si lanciano uova di ghisa ai figli dei ricchi legati ad un alto palo, che così diverrebbe il palo della cuccagna, intesa come spasso.
  9. L'unica cosa a cui servono i ricchi è quindi fare figli ricchi da sacrificare.
  10. I miei genitori ovviamente non sono ricchi.
  11. Ecco perchè lavoro.
  12. Il lavoro rompe i coglioni all'uomo.
  13. Domattina la sveglia suonerà prestissimo, rompendomi i coglioni (c.v.d.).
  14. Il traffico nell'ora di punta è fastidioso e il suo grado di fastidiosità incrementa all'aumentare della cilindrata dei veicoli coinvolti.
  15. Anche la proliferazione di potenti impianti stereo andrebbe limitata. Le stupide creature che portano in giro giganteschi SUV di merda si sentono ad esempio in dovere di ascoltare solo musica altrettanto di merda. E di condividerla con tutto il vicinato.
  16. Il bello del traffico è che puoi grattarti la testa, fare gestacci, pulirti le orecchie, ruttare forte fuori dal finestrino e scaccolarti di brutto, tanto sei circondato da persone che non rivedrai mai più. Fino al prossimo colloquio di lavoro.
  17. Il lavoro rende miseri.
Il 17 è il mio numero preferito e quindi forse farò delle liste di 17 cose. Tipo quel Nick Hornby.

Alla prossima, crepo di sonno.

Ps:Prima mi sono accorto che al punto 14 ripetevo la parola "aumenta" due volte in mezza frase. A parte le battute sul'Alzheimer, mi sono trovato a dover scegliere un sinonimo, in questo caso "incrementa". Poi ho pensato che nessuno mai parlerebbe di "incremento" della cilindrata. I fan dei motori generalmente non sanno cosa significhi. Perciò l'ho usato in riferimento al grado di fastidiosità. Sono convinto che così vada bene ma un po' l'amaro in bocca mi rimane. Usare per prima una parola un po' più ricercata come "incrementa" contravviene allo stile generale e fa capire che cè stato un lavoro, un ripensamento, facendo suonare artificiosa la frase.

Vince chi mi sa dire come avrei potuto fare.

Psychedelic Renegades



Quanto abbiamo corso
le strisce di quel suolo, nella testa e col sangue?
Quante volte siamo affondati in quei nerissimi diamanti?
Sono i tempi dell'innocenza, quelli che sognamo,
nascosti.
Sono gli spazi e le ali
a renderci vivi
Di vento e musica siamo fatti.
Di vento e di musica.



Party

E poi come ad ogni giorno segue una notte, al sabato sera si sostituisce la domenica mattina, maledetta e invadente domenica mattina, quella col cerchio alla testa e la bocca di sabbia, col dolore alla schiena, quando ti svegli coi pantaloni della sera prima calati a metà e scopri di aver dormito sopra una cintura con le borchie che non avevi mai visto prima.
E con la mattina la consapevolezza di essere svegli, e di volere ardentemente un caffè, e che ti lascino in pace per sempre, e che non hai più l'età per certe cose, e che ti devi moderare coi superalcolici, e che in fondo è meglio un solo bicchiere molto buono che dieci di porcherie... poi arriva V. con le occhiaie al pavimento, scopri da lei che sono le nove e mezza e che dovete correre a far mille cose tipo trasportare il materiale sul Luogo del delitto che è distante dieci kilometri in orizzontale ma soprattutto sei piani in verticale.

Ti ripigli un po, apri una latta di Union, ti tornano in mente un po' di cose che avevi lasciato a metà.

1: Rachele è un metro e ottanta, pesa circa novanta chili ha i capelli corti arrufati e soprattutto ha il cazzo. Si è un uomo, felice di esserlo a quanto pare. E dal suo metro e sessantacinque per 50 kili V. ne è felice quanto lui in quanto è l'unica a goderne appieno.

2: Il Luogo del delitto è una capanna di legno in mezzo al verde, accanto ad un maneggio, ed è il luogo in cui si svolgerà la festa. Inspiegabile come sia possibile che una capanna stia in mezzo al verde in uno dei luoghi più noti in assoluto per essere densi di fabbriche. Per dire -Marghera sensa fabriche saria pi sana-

3:Il materiale da trasportare è una roba tipo una citroen piena di casse di birre e superalcolici. Rachele ha deciso che i suoi trent'anni saranno festeggiati a suon di cocktails preparati da un barista apositamente assunto.

Sistemati gli arretrati si parte per il Luogo, e lo si raggiunge attorno alle 13.45.
Le birre finiscono in frigo, assieme alla vodka. V. e la Mia Signora si dedicano a costruire tramezzini. Io inizio a nutrirmi di arachidi. Chili di arachidi. Dicono che se ricopri lo stomaco di grassi poi l'alcool non ti fa effetto. Mi gonfio la panza di grassisssima frutta secca pensando ai telefilm americani, al burro di arachidi che deve assolutamente colare grasso.
L'aspetto esteriore deve essere peraltro in linea coi miei pensieri: credo che visti da fuori sembriamo proprio i tipici personaggi di un poliziesco americano, quelli che fanno grigliate in giardino dietro casette bianchissime, tenendo lattine di birra in mano indossando occhiali da sole e magliette hawaiane.
Aumentando lo zoom di un po' si può capire come la realtà sia un po' più del tipo Simpson, con il padrone di casa in mutande che si satura di birra e rutta in faccia agli ospiti.
La realtà a grandezza naturale è che alle 14.30 ho già 4 lattine in corpo e di cibo nemmeno l'ombra. In compenso iniziano ad arrivare gli invitati, tra cui gli amici di un tempo, quelli con cui bevevo da gggiovane.
Portano il pallone, giochiamo senza sosta per due ore sotto il sole cocente. Succhio altre due o tre lattine palleggiando con l'andatura di un Forrest Gump in acido.

Alle 18.00 finisce la birra. Si avvicendano i DJs e sale in cattedra il Barman.
Scopro di avere in mano dei cosi rossi, forse spritz, e li distribuisco. Tendo a non ricordare benissimo questa fase. Mangio con le mani dell'insalata di riso.Ricordo che al mattino non sapevamo se sarebbe stata troppa.
Una volta di più ho le prove che il troppo, quando hai a che fare con le bbbestie, non è mai abbastanza. Inizia a far buio, inforco gli occhiali da sole e ballo come non faccio mai.
Ricordo un signore sui sessanta scatenarsi accanto a me.

Eppoi ricordo un ricordo che mi ricorda i vecchi tempi, quando abitavo in mezzo al mare, quando i gabbiani mi dicevano a che ora andare a letto (quando si svegliano i gabbiani, alle 5 del mattino, devi essere già addormentato altrimenti non riuscirai a liberarti dal loro ipnotico-scassacazzo Krrrra) e nessuno mi diceva quando alzarmi.
Quando insomma nei momenti in cui la truppa moriva di fame chimico-notturna spuntava il Rasta e sfornava provvidenziale la Pasta del Rasta.
Ecco, saranno stati tre anni che non mi sbafavo una Pasta del Rasta coi fiocchi.

O Rastamanno amico, O sublime cuoco, nell'indolenza altrui ti esalti e generi vivande di conforto, la razione K del soldato della notte, Il Risotto dei Reietti, la Fagiolata dei Rinnegati.

Per questo noi ti lodiamo!

Eppoi credo che siamo finiti a casa in qualche modo, che abbiamo dormito in un letto donato da un'anima pia, e soprattutto credo di aver pensato tutto contento -bella li, anche stavolta ce l'ho fatta.

Di quante cazzate sono capace?

Sabato: Rachele

Eccomi qua. Sarei dell'idea di raccontare di sabato scoro, in fondo l'avevo promesso.Non so se ci riuscirò però. Potrei prendere una direzione tangenziale e sparire nella nebbia. Portrei farmi traviare dalla giornata di sole sereno. Dal rumore dei giochi che i bambini dell'asilo qui dietro. Così potrei affogare nell'inedia del piacevole. Invece per raccontare del mio sabato passato, e poi della domenica, e sopratutto della incredibile decisione che ha provocato il primo w-end di maggio 2009, ho bisogno di un clima diverso. Sarebbe quasi da chiudere i balconi ma proverò ad accontentarmi della giusta musica. Avete visto Fuoco cammina con me ? Ecco, Badalamenti va benissimo.
Dunque.

Sono uscito dal lavoro sabato pomeriggio, intorno alle 16.30,sono corso a casa, ho fatto una doccia molto di fretta e, accompagnato dalla Mia Signora, ho preso il primo dei due treni previsti per arrivare in laguna, a Casa.

Casa è il luogo dove ti senti a Casa, comunque. Anche da solo, anche quando piove e tira un cazzo di vento, quando c'è acqua dappertutto e fa un freddo maledetto e ti si ammuffiscono le ossa. Casa è dove sai che il bar ti da da bere anche a credito, che il baristà farà una porzione abbondante perchè comunque sei di Casa. Casa è dove gli sconosciuti non sono estranei e ti senti di voler essere ospitale, anche se vivono li da un sacco di tempo e tu te ne sei andato prima che loro arrivassero. Casa. (non solo questa è casa comunque)

Siamo arrivati da V. e Rachele all'ora di cena, in previsione del party di domenica abbiamo deciso di prenderci una serata tranquilla.
Alle 21.30 stavamo chiacchierando in cucina, una birretta in mano e ci siamo fatti spiegare il progetto per l'indomani. Ci saremmo dovuti alzare piuttosto presto per iniziare a trasportare il materiale sul Luogo del delitto. Dico Luogo del delitto adesso a mente fredda, con cognizione di causa.
Così tra una chiacchiera e l'altra siamo finiti a decidere di farci un Kebab, e di farcelo a Venezia, in Campo Santamargherita.

Se non ci siete mai stati Santamargherita è uno dei posti più frequentati della città, pieno di studenti e di cazzeggiatori professionisti. E' la casa dell'aperitivo, del pasto e del dopopasto. I caffè sono parecchi, a partire dallo storico Caffè Rosso nel quale consiglio vivamente di provare il cesso, che non è un caratteristico cocktail servito in speciali bicchieri a forma di tazza (azzz...che idea! se apro un bar...) bensì il bagno del locale. Una vera esperienza veneziana, soprattutto a carnevale, quando nell'attesa è probabile incontrare decine di americane disinibite.
Il lato fighetto del Campo è molto carino e considerevolmente caro. Non ci interessa.
Il bar fondamentale si chiama Do Draghi. E' situato all'inizio dell'imbuto che porta al Ponte de S.Pantalon che manco a farlo apposta, conduce a Campo S. Pantalon. Poco distante verso il centro di Santamargherita il tabaccaio con uno dei rarissimi distributori automatici della città, due kebabbari e una pizzeria al trancio, l'unica pizzeria in cui non ho mai visto una margherita.

E' proprio li che siamo andati a parare. L'ambiente giusto per una serata tranquilla.
Di fronte ai Do Draghi la consueta folla di persone, dentro c'è posto per cinque, in piedi.

22.45
Rachele -Che si beve?-
Noi - E' il tuo compleanno, decidi tu-

23.00
Rachele -Che si beve?-
Noi -E' il tuo compleanno, decidi tu-

23.10
Rachele - Che si beve?
Noi - Sappi che se ordini un altro amaro la serata tranquilla inizia a vacillare, comunque è il tuo compleano, decidi tu-

23.20
Rachele -Che si beve?
Noi -Maledetto ubriacone!Prova ad ordinare un'altro amaro e te la vedrai con noi!

24.00
Rachele - Czche ?Bevvvemmasi?noi!??
Noi -Sssssssssssssssssenti....ccccccccccchhhhhhee forse...un 'maro mejo...sprisss.

24.35
Nel bel mezzo del Campo, due idioti, dei quali uno fresco trentenne, giocano a chi sia più idiota.
Il trucco, credo di aver capito, sta nel non capire le regole del gioco. Rachele batte di slancio in una sfida ad alta tensione una sconosciuta piuttosto idiota, colei che ha inventato il gioco. Poi tocca a me. Forse non bisognava non capire le regole, faccio una figuraccia e Rachele si invola verso la finale. Combattutissima, l'avversario è un vero idiota professionista ed in più conosce bene la tizia che ha inventato il gioco. Rachele recupera negli ultimi istanti e vince con lo scarto minimo. Acclamato dalla piccola folla che si era radunata attorno ai contendenti, esulta e decide che è giunta l'ora di tornare a casa.

02.15
Mi rendo conto che abbiamo salutato meno della metà dell persone che abbiamo incontrato ma mi decido a partire, col cuore gonfio lascio il campo, le calli la città. E capisco che domani dovrò spiegare un sacco di cose, quando mi sveglierò, se mi sveglierò.

Noia: che figata.

Che poi uno pensa -chi te la fa fare di essere in piedi a sta ora e scriere cazzate in rete?-
E in effetti se uno lo pensa ha ragione. Chi me lo fa fare? nessuno,solo che mi stavo Finalmente annoiando e ho acceso il pc.

Perchè Finalmente? Perchè da quando non sono più un giovincello nullafacente del tutto irresponsabile e brutalmente immaturo ma sono un giovane attivamente impiegato del tutto irresponsabile e brutalmente immaturo non ho più il tempo di annoiarmi.
Tutti a disprezzare la noia, ai miei tempi. C'era la canzone di Masini sulla Malinconoia (Masini dovrebbe scrivere trattati sulla demenzialità... altro che canzoni) e c'era l'opinione diffusa che annoiarsi fosse il male. In realtà mi son sempre sentito a mio agio nella noia. Sarà per la mia natura un po' tanto passiva ma a me il non fare un cazzo piace. Da matti. Per coltivare la mia passione ho avuto un bel po' di tempo tra gli zero e i venticinque anni e, se non lo sapeste, per non fare un cazzo è necessario non avere assolutamente nulla da fare (aiuta non avere nemmeno nulla a cui pensare, o comunque nulla di pressante). Così ho dovuto presto sviluppare una serie di tecniche per farmela passare. La mia più recente scoperta in questo settore è il mondo dei blog. Ma in un modo o nell'altro scrivere è sempre stata la maniera migliore per vivere attivamente la noia.

(In verità esiste un modo migliore per farsela passare, ci sono riuscito per qualche anno, si tratta di giocare con le macchinine ot-uills, con i trasssformer, con i Gi.Ai.Gio con le micromascin e con i personaggi di I-Men. E soprattutto con i LEGO. Poi sei li che non fai un cazzo in cameretta, decidi di fare una storia in cui da una mustang del 66 rossa saltano fuori due omini LEGO che in realtà sono agenti segreti ma tu li immagini fatti come Bo e Liuk e devono trovare dov'è nascosta la portaerei-borraccia delle micromascin che contiene un prigioniero loro amico che poi in realtà è un ometto strano che deriva da un trassssformer di quelli con l'omino-testa-del-robot e d'un tratto, sul più bello che organizzi la strada statale in mezzo al deserto che poi è il ricamo bianco sulla trapunta fatta a mano dalla mamma, ti senti terribilmente idiota.)

Al momento attuale invece sembra davvero impossibile riuscire ad annoiarsi per bene.
Già da qualche anno in realtà il germe maledetto della responsabilità mi corrode le giornate e la mente, alimentando il furore dei miei sensi di colpa che peraltro avevo identificato con la saggezza dei quattordici anni come il primario nemico della serenità, giurando che li avrei debellati per sempre, salvo poi ritrovarmeli sul groppone adesso che vado verso i trenta con l'andatura serena di uno zoppo nonvedente che va a tirare il rigore decisivo ai mondiali.
Sfrutto quindi i miei rarissimi momenti di noia cercando di tenere viva l'usanza di inventare storie, sperando che questa prenda il sopravvento e diventi un pretesto per liberarmi dagli impegni e dalle rotture di coglioni, lasciandomi libero di annoiarmi davanti ad una pagina bianca, giocando a farla diventare un ammasso di segni, sperando che questi mi raccontino qualcosa di carino.

E voi che leggete qui, O Fratelli, ne pagate le conseguenze.


Tastone.

Venerdì

Eccoci di nuovo di fronte all'annoso problema della pagina-schermata bianca.
Che poi tanto problema non è, in fondo è bella anche così, però oggi è uno di quei giorni in cui vorrei dire qualcosa e la pagina-schermata bianca me lo impedisce. Non so, dev'essere la luce che mi da fastidio o il vedere sullo schermo la pochezza dei miei risultati, fatto sta che con la pagina bianca vado in crisi.Ho anche provato a spegnere lo schermo ma non funzia, appena tocco un tasto si riacende la luce, accecante e nervosa.Mi disturba e la mia creatività, che generalmente e tanta da farmi pesare la zucca, finisce col disperdersi nei meandri delle cose che reprimo e che mi rendono infelice. La luce della pagina-schermata bianca mi rende infelice.
Così, non sapendo che scrivere provo a raccontare il mio w-end.

Venerdì era il primo maggio e non si faceva un cazzo.Così mi chiama A.
Dice:"che fate oggi?" e noi "non si fa un cazzo!"
e lui "bene allora ci troviamo per l'aperitivo"
"ok", dice Noi, che per la precisione siamo io e la Mia Signora,
"ci facciamo trovare sotto casa tua con il necessaire ".
"fate presto che sto finendo il Campari"

18.00
Siamo da A. con due bottiglie di prosecco, patatine piccanti e una salsina marocchina presa a cazzo dal Pakistano dato che la mexican-sauce stava sullo scaffale in basso almeno dal '98.
A. sfila dal frigo il campari rimasto e sfoggia la terribile bozza di martini rosso: Negroni sbagliato.
20.30
Mi esplode la fame "andiamo dal Kebabbaro""no dal Cinese" "no dal Kebabbaro" "no dal Cinese""no dal Kebabbaro" "no dal Cinese""no dal Kebabbaro" "no dal Cinese" "no dal Kebabbaro" "no dal Cinese"ad libitum finchè come al solito mi sono arreso e Cinese è stato.
Ora, a me piace ingozzarmi di merdate Cinesi (che poi son Cinesi per modo di dire, in Cina non mangiano mica così) e più di ogni altra cosa mi piace farlo quando il cameriere è uno di quei simpaticoni del mio ristorante preferito. Però cazzo trentacinqueminuti per due piatti di spaghetti mi sembrano eccessivi.Soprattutto perchè son stati la causa del tristo epilogo della serata: se aspetti per ore i tuoi spaghetti sarà ovvio che ti strozzi di Billacinese...

22.20
Il pub è già piuttosto frequentato, le persone però hanno connotati particolarmente bizzarri.
Sarà l'alcool o sarà che mi son perso qalche annetto di evoluzione della moda gggiovane?

23.00
E' l'alcool. Sono solo metallari.
23.45
Inizia il concerto e il bello è che il cantante raggiunge note così basse da far tremare la pancia.

11.45, il giorno dopo.
"Che cazzo sono in riardo"Come siamo tornati? Dove siamo stati? perchè?


Domani se mi va vi spiego anche sabato.
Che poi uno si perde di fronte ad una pagina bianca...