Party

E poi come ad ogni giorno segue una notte, al sabato sera si sostituisce la domenica mattina, maledetta e invadente domenica mattina, quella col cerchio alla testa e la bocca di sabbia, col dolore alla schiena, quando ti svegli coi pantaloni della sera prima calati a metà e scopri di aver dormito sopra una cintura con le borchie che non avevi mai visto prima.
E con la mattina la consapevolezza di essere svegli, e di volere ardentemente un caffè, e che ti lascino in pace per sempre, e che non hai più l'età per certe cose, e che ti devi moderare coi superalcolici, e che in fondo è meglio un solo bicchiere molto buono che dieci di porcherie... poi arriva V. con le occhiaie al pavimento, scopri da lei che sono le nove e mezza e che dovete correre a far mille cose tipo trasportare il materiale sul Luogo del delitto che è distante dieci kilometri in orizzontale ma soprattutto sei piani in verticale.

Ti ripigli un po, apri una latta di Union, ti tornano in mente un po' di cose che avevi lasciato a metà.

1: Rachele è un metro e ottanta, pesa circa novanta chili ha i capelli corti arrufati e soprattutto ha il cazzo. Si è un uomo, felice di esserlo a quanto pare. E dal suo metro e sessantacinque per 50 kili V. ne è felice quanto lui in quanto è l'unica a goderne appieno.

2: Il Luogo del delitto è una capanna di legno in mezzo al verde, accanto ad un maneggio, ed è il luogo in cui si svolgerà la festa. Inspiegabile come sia possibile che una capanna stia in mezzo al verde in uno dei luoghi più noti in assoluto per essere densi di fabbriche. Per dire -Marghera sensa fabriche saria pi sana-

3:Il materiale da trasportare è una roba tipo una citroen piena di casse di birre e superalcolici. Rachele ha deciso che i suoi trent'anni saranno festeggiati a suon di cocktails preparati da un barista apositamente assunto.

Sistemati gli arretrati si parte per il Luogo, e lo si raggiunge attorno alle 13.45.
Le birre finiscono in frigo, assieme alla vodka. V. e la Mia Signora si dedicano a costruire tramezzini. Io inizio a nutrirmi di arachidi. Chili di arachidi. Dicono che se ricopri lo stomaco di grassi poi l'alcool non ti fa effetto. Mi gonfio la panza di grassisssima frutta secca pensando ai telefilm americani, al burro di arachidi che deve assolutamente colare grasso.
L'aspetto esteriore deve essere peraltro in linea coi miei pensieri: credo che visti da fuori sembriamo proprio i tipici personaggi di un poliziesco americano, quelli che fanno grigliate in giardino dietro casette bianchissime, tenendo lattine di birra in mano indossando occhiali da sole e magliette hawaiane.
Aumentando lo zoom di un po' si può capire come la realtà sia un po' più del tipo Simpson, con il padrone di casa in mutande che si satura di birra e rutta in faccia agli ospiti.
La realtà a grandezza naturale è che alle 14.30 ho già 4 lattine in corpo e di cibo nemmeno l'ombra. In compenso iniziano ad arrivare gli invitati, tra cui gli amici di un tempo, quelli con cui bevevo da gggiovane.
Portano il pallone, giochiamo senza sosta per due ore sotto il sole cocente. Succhio altre due o tre lattine palleggiando con l'andatura di un Forrest Gump in acido.

Alle 18.00 finisce la birra. Si avvicendano i DJs e sale in cattedra il Barman.
Scopro di avere in mano dei cosi rossi, forse spritz, e li distribuisco. Tendo a non ricordare benissimo questa fase. Mangio con le mani dell'insalata di riso.Ricordo che al mattino non sapevamo se sarebbe stata troppa.
Una volta di più ho le prove che il troppo, quando hai a che fare con le bbbestie, non è mai abbastanza. Inizia a far buio, inforco gli occhiali da sole e ballo come non faccio mai.
Ricordo un signore sui sessanta scatenarsi accanto a me.

Eppoi ricordo un ricordo che mi ricorda i vecchi tempi, quando abitavo in mezzo al mare, quando i gabbiani mi dicevano a che ora andare a letto (quando si svegliano i gabbiani, alle 5 del mattino, devi essere già addormentato altrimenti non riuscirai a liberarti dal loro ipnotico-scassacazzo Krrrra) e nessuno mi diceva quando alzarmi.
Quando insomma nei momenti in cui la truppa moriva di fame chimico-notturna spuntava il Rasta e sfornava provvidenziale la Pasta del Rasta.
Ecco, saranno stati tre anni che non mi sbafavo una Pasta del Rasta coi fiocchi.

O Rastamanno amico, O sublime cuoco, nell'indolenza altrui ti esalti e generi vivande di conforto, la razione K del soldato della notte, Il Risotto dei Reietti, la Fagiolata dei Rinnegati.

Per questo noi ti lodiamo!

Eppoi credo che siamo finiti a casa in qualche modo, che abbiamo dormito in un letto donato da un'anima pia, e soprattutto credo di aver pensato tutto contento -bella li, anche stavolta ce l'ho fatta.

Di quante cazzate sono capace?

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