Sabato: Rachele

Eccomi qua. Sarei dell'idea di raccontare di sabato scoro, in fondo l'avevo promesso.Non so se ci riuscirò però. Potrei prendere una direzione tangenziale e sparire nella nebbia. Portrei farmi traviare dalla giornata di sole sereno. Dal rumore dei giochi che i bambini dell'asilo qui dietro. Così potrei affogare nell'inedia del piacevole. Invece per raccontare del mio sabato passato, e poi della domenica, e sopratutto della incredibile decisione che ha provocato il primo w-end di maggio 2009, ho bisogno di un clima diverso. Sarebbe quasi da chiudere i balconi ma proverò ad accontentarmi della giusta musica. Avete visto Fuoco cammina con me ? Ecco, Badalamenti va benissimo.
Dunque.

Sono uscito dal lavoro sabato pomeriggio, intorno alle 16.30,sono corso a casa, ho fatto una doccia molto di fretta e, accompagnato dalla Mia Signora, ho preso il primo dei due treni previsti per arrivare in laguna, a Casa.

Casa è il luogo dove ti senti a Casa, comunque. Anche da solo, anche quando piove e tira un cazzo di vento, quando c'è acqua dappertutto e fa un freddo maledetto e ti si ammuffiscono le ossa. Casa è dove sai che il bar ti da da bere anche a credito, che il baristà farà una porzione abbondante perchè comunque sei di Casa. Casa è dove gli sconosciuti non sono estranei e ti senti di voler essere ospitale, anche se vivono li da un sacco di tempo e tu te ne sei andato prima che loro arrivassero. Casa. (non solo questa è casa comunque)

Siamo arrivati da V. e Rachele all'ora di cena, in previsione del party di domenica abbiamo deciso di prenderci una serata tranquilla.
Alle 21.30 stavamo chiacchierando in cucina, una birretta in mano e ci siamo fatti spiegare il progetto per l'indomani. Ci saremmo dovuti alzare piuttosto presto per iniziare a trasportare il materiale sul Luogo del delitto. Dico Luogo del delitto adesso a mente fredda, con cognizione di causa.
Così tra una chiacchiera e l'altra siamo finiti a decidere di farci un Kebab, e di farcelo a Venezia, in Campo Santamargherita.

Se non ci siete mai stati Santamargherita è uno dei posti più frequentati della città, pieno di studenti e di cazzeggiatori professionisti. E' la casa dell'aperitivo, del pasto e del dopopasto. I caffè sono parecchi, a partire dallo storico Caffè Rosso nel quale consiglio vivamente di provare il cesso, che non è un caratteristico cocktail servito in speciali bicchieri a forma di tazza (azzz...che idea! se apro un bar...) bensì il bagno del locale. Una vera esperienza veneziana, soprattutto a carnevale, quando nell'attesa è probabile incontrare decine di americane disinibite.
Il lato fighetto del Campo è molto carino e considerevolmente caro. Non ci interessa.
Il bar fondamentale si chiama Do Draghi. E' situato all'inizio dell'imbuto che porta al Ponte de S.Pantalon che manco a farlo apposta, conduce a Campo S. Pantalon. Poco distante verso il centro di Santamargherita il tabaccaio con uno dei rarissimi distributori automatici della città, due kebabbari e una pizzeria al trancio, l'unica pizzeria in cui non ho mai visto una margherita.

E' proprio li che siamo andati a parare. L'ambiente giusto per una serata tranquilla.
Di fronte ai Do Draghi la consueta folla di persone, dentro c'è posto per cinque, in piedi.

22.45
Rachele -Che si beve?-
Noi - E' il tuo compleanno, decidi tu-

23.00
Rachele -Che si beve?-
Noi -E' il tuo compleanno, decidi tu-

23.10
Rachele - Che si beve?
Noi - Sappi che se ordini un altro amaro la serata tranquilla inizia a vacillare, comunque è il tuo compleano, decidi tu-

23.20
Rachele -Che si beve?
Noi -Maledetto ubriacone!Prova ad ordinare un'altro amaro e te la vedrai con noi!

24.00
Rachele - Czche ?Bevvvemmasi?noi!??
Noi -Sssssssssssssssssenti....ccccccccccchhhhhhee forse...un 'maro mejo...sprisss.

24.35
Nel bel mezzo del Campo, due idioti, dei quali uno fresco trentenne, giocano a chi sia più idiota.
Il trucco, credo di aver capito, sta nel non capire le regole del gioco. Rachele batte di slancio in una sfida ad alta tensione una sconosciuta piuttosto idiota, colei che ha inventato il gioco. Poi tocca a me. Forse non bisognava non capire le regole, faccio una figuraccia e Rachele si invola verso la finale. Combattutissima, l'avversario è un vero idiota professionista ed in più conosce bene la tizia che ha inventato il gioco. Rachele recupera negli ultimi istanti e vince con lo scarto minimo. Acclamato dalla piccola folla che si era radunata attorno ai contendenti, esulta e decide che è giunta l'ora di tornare a casa.

02.15
Mi rendo conto che abbiamo salutato meno della metà dell persone che abbiamo incontrato ma mi decido a partire, col cuore gonfio lascio il campo, le calli la città. E capisco che domani dovrò spiegare un sacco di cose, quando mi sveglierò, se mi sveglierò.

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