Angeli e merda di elefante

Uno arriva qua e si aspetta che gli torni in mente quello che ha pensato per tutto il pomeriggio.

Invece no. La consueta sindrome da schermata bianca mi costringe ad improvvisare ancora una volta, a lasciarmi andare senza traccia come un cazzo di trapezista che manca l'appuntamento con le mani del partner e si trova sospeso a dieci metri da terra, in quella situazione idiota in cui vorresti poter riavvolgere il nastro e rifare gli ultimi tre secondi un'altra volta, solo una, e invece no, te ne stai li con la faccia da cretino e la sola cosa che ti viene in mente è che ti stanno uscendo le chiappe e che devi deciderti a buttare quelle mutande che hanno tutto l'orlo consumato e l'elastico che non tiene più che altrimenti va a finire che magari un giorno sei in pubblico e hai le mani impegnate e ti cascano le mutande e qualcuno se ne accorge, ma invece no perchè ormai è tardi e sei sospeso in aria come una farfalla e ti piacerebbe essere come una farfalla almeno riusciresti a planare invece sei un incudine come quelle dei cartoni di WillyCoyote e quella leggerezza che sentivi prima, fino a cinque secondi prima, ti ha mollato e adesso ti penti di aver pensato cazzate tipo -sono il più figo trapezista del mondo nessuno sa volare come faccio io- e riescii solo a sentirti pesante e ripensare che hai il culo di fuori.

Poi in verità se sei fortunato ed è uno di quei giorni un po' speciali capita che ti inventi libero e sogni di avere ali al posto delle braccia e vedi la gente sotto di te che sorride e tira un sospiro di sollievo e allora non ti importa più se le mutande sono da buttare o se hai mancato la presa perchè sai che tu puoi davvero volare sulle teste degli altri ed essere aria e sentire aria sul viso e sferzate di freddo come un falco che volteggia attorno alla fottuta cima del monte più appuntito del mondo dove solo tu e il sole vi sentite a casa e allora se è uno di quei giorni ti fermi a respirare un secondo e nel momento assoluto, a metà tra l'inspirazione e l'espirazione, nella pausa di tutti i muscoli e di tutte le lampadine del cervello solo per un istante perfetto e lucente ti senti Felice.

Poi apri gli occhi e vedi la segatura, la merda di elefante, le facce dei colleghi, l'ambulanza.
E senti il dolore.

Però lo sai, nascosta da qualche parte, c'è la certezza di essere il trapezista più figo di tutti, l'unico che sa cadere nel vuoto come un angelo, anche se da fuori non si vede.

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